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Trento: aggiornato il piano provinciale rifiuti urbani

Trento: aggiornato il piano provinciale rifiuti urbani

Produrre meno rifiuti, differenziare sempre di più, utilizzare in modo pertinente il residuo e gestire le discariche in fase di chiusura: sono questi gli assi portanti del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti, approvato dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore alle infrastrutture e ambiente.

Se da un lato il Piano fotografa una situazione positiva sotto il profilo della raccolta differenziata, che è passata dal 21,3% del 2002 al 74,6% del 2013, dall'altro mette in campo una serie di azioni per riorganizzare il servizio di raccolta e ridurre i rifiuti all'origine, tra le quali l’incentivazione del compostaggio e l’istituzione di centri del riuso permanente. "Il quarto aggiornamento del Piano riguarda la gestione dei rifiuti urbani - ha chiarito l'assessore alle infrastrutture e ambiente, Mauro Gilmozzi - posto che il secondo ed il terzo aggiornamento hanno insistito sulle azioni per prevenire la produzione di rifiuti raggiungendo risultati lusinghieri. Proprio perché il rifiuto residuo è in continua diminuzione, oggi la realizzazione e gestione di un termovalorizzatore autonomo per 'chiudere il ciclo' è economicamente insostenibile. La nuova pianificazione vuole rispondere in modo razionale alla gestione dei rifiuti urbani residui - conclude l'assessore Gilmozzi - , visto che la logica dello smaltimento in discarica è ormai superata, tenendo conto della limitata vita residua delle piattaforme al momento operative".

Il piano provinciale di smaltimento dei rifiuti è stato adottato dalla Giunta provinciale nel 1993 ed è stato aggiornato in tre occasioni, nel 1997, nonché nel 2002 e nel 2006 (secondo e terzo aggiornamento relativi alla gestione dei rifiuti urbani). I temi ricorrenti affrontati dalla pianificazione in questi vent'anni sono quelli che discendono dall'applicazione dei principi sanciti dalla normativa comunitaria in materia di gestione dei rifiuti, ovvero prevenzione della produzione di rifiuti, riutilizzo dei rifiuti, riciclaggio dei rifiuti comprese forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dai rifiuti, recupero di energia dai rifiuti. In maniera particolare, sul versante dei rifiuti urbani, il secondo ed il terzo aggiornamento del piano hanno insistito sulle azioni per prevenire la produzione di rifiuti e sul sistema di supporto alla raccolta differenziata, che ha dato risultati lusinghieri, facendo balzare la raccolta differenziata ad oltre il 74%.Questa performance notevole ha determinato un inevitabile cambio di scenario per quel che attiene al destino del rifiuto residuo, la cui quantità è in continua diminuzione e oggi si attesta attorno alle 64.000 t/anno, corrispondenti a solo 103 kg/anno per abitante equivalente.

 Di qui la necessità di un ulteriore aggiornamento della pianificazione: la quarta proposta è stata approvata in via preliminare dalla Giunta provinciale nel dicembre 2013. Il documento, analizzando nel primo capitolo la situazione attuale, ha messo in evidenza e ha valutato nel secondo capitolo le principali criticità, per arrivare poi, nel capitolo conclusivo, alla individuazione delle azioni da attuare nel futuro, sia prossimo che di medio-lungo periodo.

 La proposta - sottoposta al parere delle strutture provinciali competenti, del Consiglio delle Autonomie locali, dei Comuni e Comunità trentine, delle Regioni confinanti, dei Gestori del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti, delle Associazioni e dei Sindacati – è stata emendata tenendo conto delle osservazioni pervenute per costituire infine il documento definitivo del 4° Aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti relativo alla Gestione dei rifiuti urbani.

 Azioni per la riduzione dei rifiuti all’origine

 La nuova pianificazione prevede, innanzitutto, ulteriori azioni per la riduzione dei rifiuti all’origine, tra le quali l’incentivazione del compostaggio domestico, l’introduzione del compostaggio di prossimità, l’istituzione di centri del riuso permanente, l’azione provinciale contro lo spreco alimentare.

 Misure riorganizzative del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani

 Il piano contempla misure riorganizzative del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani, come la riduzione degli ambiti di raccolta, che passano da 14 a 12, eliminando due bacini minori a livello comunale, la standardizzazione tipologica entro il 2018 della raccolta differenziata su tutto il territorio provinciale, l’attivazione sperimentale della raccolta differenziata dei tessili sanitari, la raccolta di piccole quantità di amianto presso i centri di raccolta zonale (CRZ) secondo un protocollo appositamente studiato, la previsione di due ulteriori centri di raccolta zonale a Rovereto e Lavis, l’assimilazione quantitativa dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani secondo limiti uniformi per tutti gli ambiti di raccolta.

 Modello a tariffazione puntuale

 Il piano conferma inoltre il modello di tariffazione puntuale del servizio pubblico di gestione dei rifiuti, e la gestione centralizzata delle discariche per rifiuti urbani, in capo alla Provincia dall’inizio del 2014.

 Nuovo sistema di valorizzazione del rifiuto residuo

 Novità significative riguardano il destino del rifiuto indifferenziato residuo: in conformità ad un recente decreto del Ministero dell’Ambiente si prevede di promuovere la realizzazione e gestione in progetti di partenariato pubblico-privati, presso il sito di Ischia Podetti, di un impianto di confezione di combustibile solido secondario (CSS) partendo da una quantità di rifiuto urbano residuo non superiore a 50.000 ton/anno (che corrispondono ad un apporto medio pro capite di 82 kg/abitante equivalente per anno).

 Nell’ottica di promuovere iniziative che consentano il massimo recupero di materia, la Giunta provinciale prenderà in considerazione, all’interno di progetti di partenariato pubblico-privato per la realizzazione e gestione dell’impianto di trattamento, anche proposte di soluzioni alternative volte al recupero di materiale, competitive in termini tecnico-economici con la soluzione che prevede la produzione di CSS - combustibile.

 Si guarda con interessa anche alla nuova normativa statale in materia di realizzazione su scala nazionale di un sistema adeguato e integrato di gestione dei rifiuti urbani.

 Come ulteriore ipotesi, se conveniente sotto il profilo tecnico-economico, si potranno pretrattare i rifiuti presso le discariche più idonee con l’obiettivo di ottenere una frazione da avviare a recupero e di trattenere in deposito solo una frazione minore non recuperabile.

 Nel frattempo le discariche periferiche (6 su 8) vengono progressivamente chiuse. Due di esse hanno cessato l’attività di smaltimento nel 2014: precisamente le piattaforme di Iscle di Taio e della Maza di Arco. Altre quattro chiuderanno probabilmente già dal 2015. Verranno mantenuti in esercizio uno o due siti strategici (Ischia Podetti a Trento e/o Lavini a Rovereto). Le discariche non più operative verranno gestite dall’Amministrazione provinciale in fase di post-esercizio per trent’anni, secondo l’attuale normativa.

 Riorganizzazione in centri integrati

 Presso i siti di discarica e in altre opportune localizzazioni già esistenti viene prevista la realizzazione di un razionale sistema di “centri integrati” dotati di stazioni di trasferimento per ottimizzare il trasporto verso i centri di trattamento.

 Trattamento della frazione organica

 Il piano detta le misure per il trattamento della frazione organica raccolta in modo differenziato. In accoglimento dell’osservazione pervenuta sul tema specifico dal Consiglio delle Autonomie locali, l’Amministrazione provinciale darà preferenza, per la copertura del fabbisogno ancora non soddisfatto e stimato in ulteriori 20.000 ton/anno, al potenziamento di impianti esistenti.

 La gestione dei rifiuti nelle strutture in quota

 Un ultimo capitolo è riservato alla gestione dei rifiuti nelle strutture in quota non servite da strade transitabili: sono stati elaborati criteri uniformi a livello provinciale per la gestione dei rifiuti urbani prodotti nei rifugi che, tenendo conto delle peculiarità delle strutture e della funzione pubblica di presidio ambientale del territorio alpino svolta dai gestori, propongano soluzioni di riduzione volumetrica e quantitativa dei rifiuti con conseguente impatto positivo sui costi di gestione. Il nuovo modello si basa su un'indagine promossa per comprendere lo stato della gestione dei rifiuti nelle strutture in alta quota: dall'indagine si è infatti potuto stabilire che la produzione giornaliera di rifiuti pro-visitatore si attesta intorno ai 0,3 kg/giorno/persona, mentre la quantità di rifiuto lasciato dall'escursionista presso il rifugio è stata rilevata inferiore del 20% (circa 0,24 kg/giorno/persona).


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