Il fitodepuratore di Santa Maria in Fabriago
Quando la depurazione passa attraverso le piante.
L’impianto di Santa Maria in Fabriago, realizzato nel 2009 grazie ad un investimento di Hera di 600.000 euro, è dimensionato per servire circa 700 abitanti equivalenti.
Il fitodepuratore, uno dei più grandi dell’Emilia-Romagna, occupa un’area di 5.000 mq sui quali sono state costruite 6 vasche. Due vasche principali, nelle quali l’acqua scorre in orizzontale, sono dedicate ad un primo trattamento delle acque reflue. Le restanti quattro vasche, nelle quali l’acqua scorre in verticale, svolgono la funzione di filtro. La depurazione è affidata principalmente all’azione di Phragmites, canne che crescono spontaneamente nei fossi e nelle zone umide della campagna lughese. Le acque depurate, sono poi convogliate, attraverso un fossato, nello scolo consortile “Campanile”.
Il fitodepuratore ha una grande valenza ambientale per l’alto grado di integrazione nell’ambiente rurale circostante e soprattutto perché restituisce all’ambiente acque depurate che rispettano tutti i valori normativi, con consumi energetici minimi e costi di manutenzione ridotti.
Oltre al fitodepuratore della frazione lughese, il Gruppo Hera gestisce in generale 16 fitodepuratori, alcuni dei quali si trovano all’interno dei depuratori e svolgono attività su specifici processi di depurazione dei reflui.
Cos’è un fitodepuratore
Il fitodepuratore è una sorta di grande filtro di ghiaia, realizzato in un’ampia area alle porte dei centri abitati, in cui vengono messe a dimora piante idonee a svolgere la funzione di depurazione delle acque nere provenienti dalle fognature, che al termine dei processi depurativi vengono restituite all’ambiente. La fitodepurazione quindi è un processo naturale di trattamento di acque inquinate, basato sullo sfruttamento del sistema suolo-vegetazione, in qualità di filtro naturale per la depurazione.