
La Regione Lazio approva il piano Rifiuti
Ogni Provincia laziale dovrà essere autosufficiente per la gestione dei rifiuti. Nessun termovalorizzatore previsto.
Riduzione della produzione dei rifiuti, sostegno alla raccolta differenziata, equilibrio impiantistico e sviluppo dell’economia circolare. Sono questi i principali obiettivi del nuovo Piano Rifiuti del Lazio 2019/2025 approvato dal Consiglio regionale.
Piano rifiuti: i contenuti
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti è il documento nel quale la Regione detta le linee programmatiche per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e indica il relativo fabbisogno di impianti. In sintesi alla Regione spetta la pianificazione, sono i Comuni a essere poi responsabili del trattamento e dello smaltimento.
Punto cardine della delibera consiliare è il passaggio da un'economia di tipo lineare, in cui il rifiuto, alla fine del ciclo, viene smaltito in discarica o nei termovalorizzatori, a un'economia di tipo circolare, in cui la quantità dei rifiuti da smaltire diminuisce sempre più, mentre il resto viene recuperato per essere riutilizzato. Questo principio, dettato dalla normativa europea, viene introdotto nel Piano con azioni volte a diminuire la produzione dei rifiuti, all'aumento della raccolta differenziata, al riciclo e al riuso.
L'obiettivo minimo da raggiungere per quanto riguarda la raccolta differenziata è fissato al 75 per cento entro il 2025, anno finale di applicazione del Piano. Attualmente il Lazio è al 47,3 per cento, con un aumento del 20 per cento negli ultimi 7 anni.
Il Lazio viene diviso in cinque Ambiti territoriali ottimali, che corrispondono alle quattro Province (Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti) e all'Area metropolitana di Roma. Ciascun Ato ha tempo 36 mesi per raggiungere l'autosufficienza nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti. Nel frattempo è previsto un meccanismo di premialità e penalizzazioni rispettivamente per gli Ato in cui vengono conferiti rifiuti da Ambiti limitrofi e viceversa. Entro 120 giorni dalla pubblicazione del Piano sul bollettino ufficiale, il Consiglio regionale dovrà approvare una legge per regolare il funzionamento degli Ato e degli enti di gestione.
Un meccanismo particolare viene introdotto per quanto riguarda l'Area metropolitana di Roma. Il Comune dovrà raggiungere l'autosufficienza all'interno dei propri confini, stessa cosa vale per il resto del territorio.
Non vengono previsti nuovi termovalorizzatori. La Regione, infatti, vista la progressiva diminuzione dei rifiuti da smaltire prevista dal Piano, ritiene sufficiente la capacità dell'unico impianto in funzione attualmente, quello di San Vittore, in Provincia di Frosinone, autorizzato per 400mila tonnellate annue.
Autosufficienza, dei singoli Ato e di conseguenza dell'intera Regione, e riequilibrio territoriale degli impianti sono i due capisaldi del Piano. Attualmente, in tutto il territorio mancano le discariche di servizio sufficienti a garantire lo smaltimento, servono inoltre impianti di trattamento della frazione organica.
Nel Piano viene indicato come "modello" da seguire per gli impianti di trattamento il progetto del nuovo compound di Colleferro, di proprietà della società regionale LazioAmbiente: si tratta di un complesso industriale di nuova generazione che punterà non tanto alla mera separazione dei rifiuti come avviene attualmente nei Tmb, ma a estrarre risorse, le cosidette "materie prime seconde", dai rifiuti in entrata.
Ultimo punto di rilievo presente per la prima volta nel Piano rifiuti è il rafforzamento del sistema dei controlli, sia sulle nuove autorizzazioni richieste che sugli impianti esistenti. Per quanto riguarda, infine i nuovi impianti, in tutta la delibera si dà preferenza a interventi pubblici, anche prevedendo finanziamenti ai Comuni, rispetto a quelli privati.
Tra i principali obiettivi, il Piano indica da una parte le azioni di contrasto alla produzione dei rifiuti e allo sviluppo della raccolta differenziata, mentre dall’altra parte prevede l’indicazione degli impianti necessari per il trattamento e lo smaltimento delle varie tipologie di rifiuti, da quelli urbani a quelli industriali, dai rifiuti speciali ai fanghi dei depuratori, all’interno delle localizzazioni fornite dalle province. Sono pertanto due i pilastri della nuova pianificazione regionale: l’autosufficienza del Lazio e un’equa ripartizione territoriale del peso impiantistico - per chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei propri confini - e l’economia circolare con investimenti e interventi concreti per favorire la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso delle materie, sostenendo la realizzazione di una filiera industriale ecosostenibile.
Economia circolare
La Regione ha già avviato politiche e investimenti - previsti nel Piano - per favorire la riduzione della produzione di rifiuti e lo sviluppo dell'economia circolare. Dagli accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la riduzione degli imballaggi al contrasto del consumo della plastica monouso nelle sedi istituzionali e delle aziende partecipate. Dall'introduzione della tariffa puntuale, secondo il principio "che meno si inquina e meno si paga", ai contributi per la creazione di isole ecologiche e centri di compostaggio nei Comuni del Lazio, che negli ultimi anni hanno già ricevuto oltre 87 milioni di euro dalla Regione.
Dal progetto sperimentale per il recupero della plastica in mare, che ha già permesso di raccogliere e riciclare circa 70 tonnellate di plastica, alla promozione dei centri per il riuso. Dai corsi di formazione per Green Manager, con l’obiettivo di promuovere la corretta gestione del ciclo dei rifiuti in istituzioni, ospedali, scuole e grandi aziende pubbliche e private, alle campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole del Lazio. Fino alla realizzazione di un innovativo compound industriale a Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato.
Equilibrio impiantistico
Il Piano Rifiuti persegue il riequilibrio territoriale degli impianti e all'autosufficienza del Lazio nella chiusura del ciclo dei rifiuti. La Regione ha confermato la suddivisione degli Ambiti territoriali ottimali prevista nel precedente Piano regionale 2012, individuando 5 Ato per la gestione dei rifiuti urbani, coincidenti con i territori delle 5 province, che dovranno essere autonome nel trattamento e nello smaltimento, secondo i principi di autosufficienza e prossimità. Sulla scorta della delibera sulla Qualità dell’Aria, inoltre, la Giunta regionale ha deciso la dismissione dell’impianto di termovalorizzatore di Colleferro, assegnando a LazioAmbiente la progettazione di un innovativo presidio industriale, in cui sarà possibile eseguire processi di lavorazione a freddo per estrarre risorse dai rifiuti in uscita dai Tmb.
È fondamentale, infatti, attuare uno degli obiettivi previsti dal Piano, vale a dire la promozione di investimenti nelle nuove tecnologie per la trasformazione e l’innovazione dell’impiantistica esistente, sia in relazione al nuovo compound di Colleferro che all’ammodernamento dei Tmb. Un programma che la Regione vuole perseguire attraverso una strategia integrata e un rilevante stanziamento di risorse, che potranno consentire al Lazio di essere all’avanguardia nel sistema di gestione dei rifiuti.
Differenziata al 70% nel 2025
Il Piano rifiuti mira a raggiungere il 70% di raccolta differenziata nel Lazio entro il 2025. Attualmente la differenziata a livello regionale è al 47,3%, con un aumento di oltre 25 punti percentuali negli ultimi sette anni, mentre per la prima volta dal 2003 è diminuita la produzione di rifiuti nel Lazio, scendendo sotto i 3 milioni di tonnellate all’anno (riduzione di 53.000 tonnellate).
Nel prossimo triennio verranno investite ulteriori risorse, pari ad oltre 50 milioni di euro, per sostenere i Comuni nell'applicazione della Tarip, nella creazione di isole ecologiche e di centri di compostaggio. Saranno promosse agevolazioni per imprese e Comuni che riducono la produzione di rifiuti, verrà favorita la realizzazione di centri per il riuso, oltre ad una serie di misure e di iniziative per tutte le tipologie di rifiuti.
Legalità e controllo
Dopo i diversi casi illeciti che si sono registrati nella gestione del ciclo dei rifiuti si è deciso di inserire tra gli obiettivi specifici del Piano anche il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale e misure per la legalità e la sicurezza. Uno strumento che sarà un aiuto importante nella gestione delle attività amministrativa, sia per i procedimenti autorizzatori da concedere e in rinnovo, che per la realizzazione di nuove strutture di trasformazione o trattamento sul territorio regionale.
Un ulteriore piano di rafforzamento deve riguardare la tematica delle verifiche sugli impianti autorizzati, attraverso controlli in rete con altre autorità competenti, che possano ampliare la gamma degli accertamenti in ragione delle competenze di ciascun ente (Arpa Lazio, Asl, Carabinieri Forestali ecc.).
“Il nuovo Piano dei Rifiuti 2019/2025 rappresenta una preziosa opportunità per sostenere una corretta gestione del ciclo dei rifiuti: dobbiamo affrontare con serietà e lungimiranza questo tema per affermare un modello di sviluppo incentrato sulla sostenibilità, l'autosufficienza e sull’uso consapevole delle risorse. Un impegno etico, ma anche una grande occasione di crescita duratura. Ringrazio il Consiglio per l'importante contributo apportato al Piano: un lavoro emendativo che ha saputo arricchire diversi aspetti del nuovo strumento di pianificazione". Così, Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti.
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