Sversamento idrocarburi in mare: ma è una simulazione di incidente
Si è svolta un'esercitazione internazionale antinquinamento al largo della Maddalena nell'ambito del piano di intervento nel Mediterraneo RAMOGE.
Nel Mediterraneo ogni giorno circa 300 navi trasportano prodotti petroliferi. Ogni anno, il Mar Mediterraneo subisce sversamenti di idrocarburi per circa 600.000 tonnellate; sono stati 27 gli incidenti occorsi nel Mediterraneo negli ultimi trent’anni, che hanno prodotto uno sversamento in mare di circa 272.000 tonnellate di petrolio. A questi eventi, si aggiungono anche tutti gli sversamenti in mare volontari di idrocarburi da navi, cosiddette “attività operazionali”, che hanno gravemente compromesso l’ecosistema, determinando danni ambientali difficilmente calcolabili persino dagli attuali sistemi di indagine scientifica. Negli ultimi decenni, la comunità internazionale si è impegnata per l’adozione di norme maggiormente stringenti per garantire un maggior tasso di sicurezza ambientale del trasporto in mare.
Per affrontare un incidente da sversamento di idrocarburi in mare è stata attuata un'esercitazione internazionale che prevedeva la simulazione di un'avaria/sinistro di una nave in transito dalle Bocche di Bonifacio verso l'isola di Caprera, con conseguente sversamento di circa 200 tonnellate di carburante (sostituito ai fini della simulazione da lolla di riso, prodotto organico molto appetibile per i pesci), con conseguente spiaggiamento di una parte dell’inquinante sia sulla costa nord-orientale della Sardegna sia sul Parco de La Maddalena.
Tale simulazione è prevista dall'Accordo italo-franco-monegasco denominato “RAMOGE”, che ha lo scopo di intensificare la cooperazione scientifica, tecnica, giuridica e amministrativa e fornire uno strumento con cui i governi francese, monegasco e italiano mettono in atto delle azioni di gestione integrata del litorale, finalizzate alla prevenzione e alla lotta contro l'inquinamento dell'ambiente marino.
"L'esercitazione ha una doppia valenza – ha detto il Ministro Costa - serve non solo a testare il sistema di risposta a un'emergenza, ma anche a capire cosa fare perché l'emergenza non si verifichi mai. La prevenzione è la nostra prima arma – ha concluso Costa -. Oggi lo Stato c'è ed è rappresentato ai massimi livelli della tutela ambientale. Per questo voglio ringraziare tutte le forze in campo”.
La prova ha visto coinvolti per la parte marina gli attori internazionali dell'Accordo RAMOGE che operano in mare (Guardia Costiera, mezzi antinquinamento convenzionati con il Ministero dell'Ambiente, Marina Militare italiana, Prefettura Marittima francese, Marina Nazionale Francese, CEPPOL (Centre d'expertises pratiques de lutte antipollution) – ed - EMSA (European Marittime Safaty Agency) con la partecipazione di Vigili del Fuoco, ISPRA, CNR, ARPA Sardegna, Castalia (per le navi antinquinamento), E-Geos (per i satelliti) ed ENI (per la nave cisterna), mentre per la risposta a terra tutte le autorità locali competenti: Comune di La Maddalena, Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, Protezione Civile di La Maddalena, Prefettura di Sassari, Regione Sardegna, ARPA Sardegna e ISPRA, in un'azione sinergica e coordinata attraverso l’attuazione degli specifici piani di emergenza.