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Smaltimento fanghi di depurazione delle acque reflue

Produzione, gestione, lavorazione ed esportazione dei fanghi provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane.

Smaltimento fanghi di depurazione delle acque reflue

I fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue, sono classificati, ai sensi dell’art. 184 comma 3 lettera g) del d.lgs. 152/06, come rifiuti speciali e, secondo le caratteristiche di pericolosità, come rifiuti non pericolosi o pericolosi.

I fanghi di depurazione sono i residui derivanti dai processi di depurazione delle acque reflue domestiche, urbane o industriali. Le tre tipologie di acque reflue sono così definite ai sensi dell’articolo 74 del decreto legislativo n. 152/2006:

• “acque reflue domestiche”: acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche (articolo 74, comma 1, lettera g);

• “acque reflue urbane”: acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque

reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato (articolo 74, comma 1, lettera i) e

• “acque reflue industriali”: qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento (articolo 74, comma 1, lettera h).

Nel presente articolo sono illustrati i dati relativi alla produzione e gestione dei fanghi identificati dal codice EER 190805: “Fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane”.

Le informazioni sono desunte dalle dichiarazioni MUD relative all’anno 2023 e presentate nel 2024 ai sensi del DPCM 2 marzo 2024. I dati sono un estratto del Rapporto rifiuti Speciali 2025 dell’Ispra.

Produzione dei fanghi dal trattamento delle acque reflue urbane

Nel 2023 i quantitativi di fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane (Codice EER 190805) sul territorio nazionale sono pari a quasi 3,2 milioni di tonnellate.

Rispetto al 2022, la produzione fa rilevare una contrazione di poco superiore alle 5 mila tonnellate (-0,16%), per effetto del calo registrato al Nord (oltre 63 mila tonnellate), solo parzialmente compensato dagli aumenti del Centro e del Sud, rispettivamente di oltre 6.500 tonnellate e di circa 62.000 tonnellate.

La Lombardia ed il Veneto, rispettivamente con quasi 510 mila e 395 mila tonnellate, sono le regioni che producono il maggiore quantitativo, in termini percentuali il 15,9% ed il 12,3% del totale nazionale; segue l’Emilia-Romagna con 353 mila tonnellate (l’11%).

 

Produzione dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane per regione (EER 190805), tonnellate, anni 2021 - 2023

Operazioni di gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane

Nel 2023, la gestione dei fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane ha riguardato un quantitativo di poco superiore a 3 milioni di tonnellate. Alle operazioni di smaltimento è stato avviato il 47,6% del totale gestito, mentre a recupero il 51,3%. La restante quota del 1,1% è rimasta in giacenza a fine anno in attesa di essere destinata ad un’operazione di trattamento.

Tra le operazioni di smaltimento il “Trattamento biologico” (D8) è la prevalente, con più di 1 milione di tonnellate, pari al 35,4% del totale gestito ed al 74,4% del totale avviato a smaltimento. Segue il “Trattamento fisico-chimico” (D9) che, con circa 205 mila tonnellate, rappresenta il 6,8% del totale gestito ed il 14,3% del totale smaltito. L’incenerimento (D10), con 108 mila tonnellate, costituisce il 3,6 % del totale gestito ed il 7,5 % del totale avviato a smaltimento.

Il conferimento in discarica (D1) interessa 41 mila tonnellate, l’1,4% del totale gestito ed il 2,8% del totale quantitativo avviato a smaltimento.

Con riferimento al recupero, l’operazione prevalente è il “Riciclo/recupero di altre sostanze organiche ’’ (R3) con oltre 1 milione tonnellate; tale operazione ha interessato il 34,4% del totale gestito ed il 67% del totale recuperato; segue lo “Scambio di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni da R1- R11” (R12) che, con quasi 365 mila tonnellate, rappresenta il 12,1% del gestito ed il 23,5% dei quantitativi di fanghi recuperati. Al “recupero di energia” (R1) sono avviate poco più di 27 mila tonnellate, lo 0,9% del totale gestito e l’1,7% del recuperato, mentre il quantitativo avviato al “Trattamento in ambiente terrestre a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia” (R10), è pari a oltre 115 mila tonnellate, il 3,8% del totale gestito ed il 7,4% del quantitativo complessivamente avviato ad operazioni di recupero.

Infine, al 31/12/2023 rimangono complessivamente stoccate, in operazioni di “Messa in riserva” (R13), “Deposito preliminare” (D15) e giacenza presso i produttori, 32 mila tonnellate di fanghi, ovverol’1,1% del totale gestito.

Rispetto al 2022, si osserva un aumento di 256 mila tonnellate (+19,8%) per i quantitativi di fanghi avviati ad operazioni di recupero, mentre in calo, di 176 mila tonnellate (-11%), risultano le quote destinate a operazioni di smaltimento. Il quantitativo di fanghi di depurazione delle acque reflue urbane complessivamente gestito fa registrare un aumento rispetto al 2022 di 40 mila tonnellate (+1,4%).

I maggiori quantitativi gestiti si riscontrano in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La Lombardia, con 882 mila tonnellate, ovvero il 29,2% del totale, è la regione in cui sono gestite le maggiori quantità. Prevalgono le operazioni di recupero, tra le quali le più utilizzate sono il “Riciclo/recupero delle sostanze organiche” (R3), con 403 mila tonnellate, il 45,7% del totale gestito nella regione, e lo “Scambio di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni da R1 a R11” (R12) che, con 243 mila tonnellate, rappresenta il 27,5% del totale gestito nella regione.

Nel Veneto sono gestite circa 345 mila tonnellate di fanghi, l’11,4% del totale nazionale; prevale l’operazione di smaltimento D8 “Trattamento biologico” con 140 mila tonnellate, corrispondenti al 40,6% del totale gestito nella regione, seguito dal “Riciclo/recupero delle sostanze organiche” (R3) con poco più di 136 mila tonnellate.

In Emilia-Romagna i quantitativi di fanghi gestiti sono pari a oltre 332 mila tonnellate, l’11% del totale nazionale; la forma di gestione più utilizzata è il “Trattamento biologico” (D8) che, con oltre 174 mila tonnellate, rappresenta il 52,4% del totale gestito nella regione, seguito dal “Riciclo/recupero delle sostanze organiche” (R3), con 106 mila tonnellate.

I fanghi sono avviati ad “incenerimento” (D10) in cinque regioni; le maggiori quantità si riscontrano in Lombardia (quasi 90 mila tonnellate), seguono il Piemonte con più di 11 mila tonnellate, l’Emilia-Romagna, con oltre 5 mila tonnellate, il Veneto con poco più di 1.700 tonnellate e la Sicilia, con 6 tonnellate.

In quattro regioni i fanghi sono inceneriti con recupero di energia (R1): in Lombardia, con più di 21 mila tonnellate, in Trentino-Alto Adige, con oltre 5 mila tonnellate, in Piemonte, con 295 tonnellate ed in Puglia, con 76 tonnellate.

Gestione dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane (EER 190805) (tonnellate), anni 2021 - 2023

Esportazione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane

Nel 2023 sono conferite all’estero poco più di 58 mila tonnellate di fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, in particolare in Spagna con oltre 23 mila tonnellate. Il Lazio, con oltre 27 mila tonnellate contribuisce per il 47,5% al totale esportato, seguono la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e la Toscana, rispettivamente con oltre 12 mila tonnellate (21,6%), quasi 12 mila tonnellate (20,6%), più di 4 mila tonnellate (7,2%) e circa 1.600 tonnellate (2,8%). Minori quantità sono state esportate dalla Campania (162 tonnellate) e dall’Umbria (78 tonnellate).

Rispetto al 2022 si registra un incremento dei quantitativi dei fanghi esportati superiore alle 11 mila tonnellate (+25%).

L’operazione prevalente è il recupero di materia che, con oltre 30 mila tonnellate, rappresenta il 52,5% del totale, seguito, con oltre 15 mila tonnellate, dal recupero di energia che rappresenta il 26,8%. A smaltimento sono conferite circa 6 mila tonnellate (11,2%), mentre ad incenerimento 5 mila tonnellate (9,5%).

I gessi di defecazione da fanghi

I gessi di defecazione da fanghi sono una specifica tipologia di “correttivi calcici e magnesiaci” (23 tipologie), introdotta dal D.M. 28/06/2016, alla voce n. 23 dell’Allegato 3 al d.lgs. 75/2010, la norma di riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti.

I gessi sono ottenuti dall’idrolisi (ed eventuale attacco enzimatico) dei fanghi di depurazione conformi al d.lgs. 27 gennaio 1992, n. 99, mediante calce e/o acido solforico e successiva precipitazione del solfato di calcio.

L’utilizzo di tali correttivi in agricoltura è vincolato, ai sensi del citato d.lgs. 75/2010, al rispetto di specifici limiti per alcuni parametri quali PCB, Salmonella, Escherichia Coli, oltre ai titoli minimi in elementi fertilizzanti (CaO, SO3).

Nella specifica scheda del Modello Unico di Dichiarazione ambientale, relativa ai materiali secondari prodotti dal recupero dei rifiuti, è prevista la possibilità di dichiarare, da parte del soggetto che produce gessi di defecazione dal trattamento di rifiuti, il quantitativo di “correttivo da fanghi” complessivamente generato nell’anno di riferimento.

Rispetto al 2022, ove era stato registrato un quantitativo complessivo pari a oltre 452 mila tonnellate (452.719 t), nel 2023, con 417.759 tonnellate, tale produzione registra un calo pari a 34.960 tonnellate (- 7,7%). Le Regioni e le province interessate da tale produzione sono analoghe nelle due annualità, ad eccezione dell’Emilia-Romagna che nel 2023 non è risultata produttrice di correttivi da fanghi e del Trentino-Alto Adige che, diversamente, non è stato produttore nel 2022.

 

Fonte: Rapporto Rifiuti Speciali Ispra 2025


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